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“Le lacrime di Nietzsche”: un intreccio di anime.

Yalom, l’autore, immagina l’incontro tra due grandi anime tormentate: Breuer, medico di Vienna di fine ‘800 e Nietzsche, filosofo non ancora noto; sullo sfondo un giovane e promettente studente di medicina con intuizioni bizzarre e geniali sulla mente umana: Sigmund Freud.

Il rapporto tra Breuer e Nietzsche inizia con un inganno: è una donna affascinante nella sua spavalderia, intima amica di Nietzsche, ad incaricare Breuer di curare il filosofo per la sua depressione causata, in parte, da lei stessa.

Come guarire una persona da un male esistenziale, tanto più che non ammette la propria sofferenza, non accetta la cura e trasforma ogni relazione in un gioco di potere?
Breuer propone a Nietzsche un patto: lo curerà per le sue emicranie ed in cambio sarà curato per il proprio mal d’amore, l’ossessione romantica per una sua paziente, Bertha.

L’intento di Breuer è di indurre Nietzsche a fidarsi e parlare di sé tramite il suo esempio. 

Così inizia un intreccio in cui, pagina dopo pagina, l’inganno diventa realtà, il terapeuta e il paziente si sovrappongono per somiglianza di storie, sofferenze, ambizioni, in una cura reciproca fatta di nuove tecniche che prenderanno poi il nome di psicanalisi.

Autenticità nella relazione terapeutica, autosvelamento mirato, cambiamento attraverso nuovi strumenti e soprattutto grazie al rapporto terapeuta-paziente, entrambe persone con i propri punti di forza e di vulnerabilità: sono temi a me cari in ogni incontro che ho con i miei pazienti. 

Consiglio la lettura di “Le lacrime di Nietzsche” non solo ai professionisti, ma a chi sta facendo un percorso di psicoterapia, a chi è incuriosito da questi argomenti, a chi ama guardare oltre. 

Dott.ssa_Alibrandi

Psicoterapeuta, Supervisore, Docente Facebook | Linkedin

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