La differenza tra festa e rito: l’inaugurazione del nuovo ponte a Genova.
L’ inaugurazione del nuovo ponte a Genova, che sostituisce il ponte Morandi crollato due anni fa, può rinnovare un dolore. C’è una grande differenza tra festa e rito.
Pochi giorni dopo il crollo del ponte Morandi ero al centro di accoglienza di via Buranello come psicoterapeuta volontaria EMDR per cercare di dare un aiuto.
Ho sentito mille storie diverse ma uguali,
fatte di un boato, tuoni, macerie, polvere, fotogrammi chi mi sono rimasti addosso.
Pianti sommessi, dolore silenzioso, orgoglioso e “superbo” come questa città.
Eppure non c’è stato mai nulla sopra le righe,
nessuna scena di disperazione, nemmeno una parola ad alto volume.
Per questo l’inaugurazione del nuovo ponte deve essere un rito, con cui Genova la Superba si rialza di nuovo, tenendo nel cuore i suoi figli che non si sono rialzati, fisicamente o psicologicamente
I familiari delle vittime hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di inaugurazione del nuovo ponte, a loro va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà.
Non può essere una festa.
Michela
L’inaugurazione del nuovo ponte a Genova può rinnovare un dolore: la differenza tra festa e rito e il rispetto del lutto.
“Quel momento, in quel luogo, non può essere parte di noi”, spiega il Comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi. Leggi l’articolo su ANSA Liguria
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