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Bottom up: il corpo in terapia

Con il cielo grigio divento inquieta e il rumore della pioggia di notte mi fa stare in allerta. Eppure fino a pochi anni fa la pioggia mi era indifferente. Se mi ci metto di impegno, inducendoli nel modo giusto, dal mio corpo partono i ricordi: i racconti di mio padre nell’alluvione del ’70 e le note di Dolcenera di De Andrè, anni dopo io che guardo dal mio terrazzo il fiume che sale e che incoscientemente decido di mettere in salvo il motorino, spostandolo durante il diluvio e schivando per pochi minuti l’ondata di acqua e detriti che un istante dopo ha inondato il quartiere, l’odore pungente del fango per mesi lungo le mie strade, io che oggi, altrettanto incoscientemente, decido di aprire lo studio al piano terra, perché i miei pazienti con disabilità non siano in difficoltà e perché spero che tutto ciò non accada mai più.

I piccoli e grandi traumi sono scritti nel corpo, il corpo velocemente reagisce, poi la mente segue, a volte con fatica. La terapia deve coinvolgere il corpo, che sa riscrivere gli eventi e le emozioni più velocemente e più efficacemente dei pensieri.

Memorie associate, Mindfulness, EMDR, rescripting.

Poi possiamo ragionarci su.
Oggi allerta rossa per pioggia a Genova, per ora tutto tranquillo, speriamo bene.

I piccoli e grandi traumi sono scritti nel corpo, il corpo velocemente reagisce, poi la mente segue, a volte con fatica .

– Michela

Dott.ssa_Alibrandi

Psicoterapeuta, Supervisore, Docente Facebook | Linkedin

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